Il rugby al tocco è un modo per vivere il pianeta rugby in maniera soft, godersi insomma la parte morbida dell’ ovale. Chi sceglie di praticare il touch, vive lo sport a 360°: preparazione atletica, allenamento della capacità di riflesso e soprattutto (anche se richiede un bel po’ di tempo) nonostante l’ indugio iniziale che ciascun giocatore potrebbe avere, si giunge alla certezza che la vittoria deve per forza passare dalle mani del compagno.
Ad Anzio, la pratica del rugby al tocco nasce alla RAC di v.le Marconi nella primavera del 2016. Il touch è una variante del rugby ove il placcaggio viene sostituito da un tocco ad una o due mani, dunque non vi è alcuno scontro fra i giocatori, sebbene la storia ci insegni che anche un semplice tocco si può trasformare in un colpaccio laddove il difensore/toccatore ha la mano pesante (magari è un ex rugbista) e l’ attaccante/toccato è dotato di un’ accentuata sensibilità cutanea, ossea o nervosa ( quest’ ultima nel peggiore dei casi). Ci si potrebbe chiedere cosa spinge dei genitori/ lavoratori/precari/ disoccupati ad uscire di casa dopo cena per due volte a settimana, indossare pantaloncini e scarpini nelle fredde notti invernali, lasciando a casa figli, mogli e mariti e preferendo l’ umido terriccio di un campo da rugby ad un morbido divano fronte TV….
Nel campo ci si ritrova in 10 o 12, stanchi ma vogliosi di scoprire le “carte” che il coach ha preparato, studiando con minuzia gli esercizi che animeranno la serata per la preparazione atletica.
Gli sguardi degli atleti si incrociano infuocati, pronti al combattimento, ognuno dovrà dare il meglio di sé e l’ unica grandiosa certezza è che nessuno si sottrarra’ all’ impegno. Anche nell’ esecuzione della temuta “serpentina”, chi pensa di essere giunto oramai al limite delle proprie forze, può magicamente risollevarsi grazie all’ incoraggiamento di un compagno.
Non vi è singolo giocatore che possa vincere senza il supporto della squadra, ed in questo sport ciò che conta è il sostegno immediato di chi non si risparmia per dare il proprio contributo affinché l’ ovale venga piazzato nella giusta area di meta…
Così come il singolo giocatore non sussiste senza la squadra, quest’ ultima non può senza il CLUB che crea la mentalità delle squadre che gli appartengono.
Parlo ora da neofita, sono fra i pochi che non hanno iniziato a giocare perché trascinati al campo da figli rugbisti.
Pur conoscendo già il campo di v.le Marconi, l’ ho riscoperto perché una ragazza, mi aveva parlato degli allenamenti di touch.
Non vedevo l’ ora di mettermi alla prova, avevo seguito alcune partite di rugby in occasione del 6 NAZIONI qualche anno prima, ed ero rimasta affascinata da quei ragazzoni che si avvinghiavano e travolgevano gli uni gli altri in un tumultuoso e logorante susseguirsi di azioni prepotenti, vedevo il fuoco nei loro occhi, questi giovanotti spendevano tutte le loro energie per proteggere o conquistare l’ ovale.
Il mio primo impatto al touch è stato fisicamente tanto faticoso, ma nonostante ciò ho potuto da subito percepire le good vibes che partendo dalla CLUB HOUSE pervadevano il campo tutto, investendo i giocatori di uno spirito speciale, in campo ogni singola entità si trasforma in energia positiva.
Il coach Martino ci guidava con determinazione, nel rispetto di ogni singolo giocatore, a prescindere dalle potenzialità più o meno spiccate di ciascuno.
Come ama sottolineare il Responsabile regionale della LITR Daniele Mazziotta, il touch è figlio del rugby, dunque i principi di determinazione e rispetto che caratterizzano la “madre”, sono di riflesso fondamentali anche per il “figlio”.
Uno dei motivi per cui da quel dì sono rimasta legata al touch, sono gli incontri di “rugby per tutti”, come quello svoltosi sabato 26 u.s. all’ ASD ARNOLD RUGBY.
Molto calorosa l’ accoglienza dei padroni di casa: un variegato mix-up di giovanotti provenienti da diversi punti dello Stivale, coadiuvati dalla presenza di due giovani e prestanti donzelle.
Nonostante fosse il primo incontro di touch fra Arnold ed Anzio, nel mondo rugby ci si sente subito a casa.
Le squadre in campo erano 5 e questa la classifica finale :
· Rebels San Lorenzo;
· Arnold boys;
· Arnold Veterans;
· Arnold touch;
· Spring girls;
· RAC.
Graditissimo quanto gustoso il terzo tempo offerto dagli Arnold, a coronare una giornata all’ insegna del divertimento ovale.
Alberta Panigutti